27 Febbraio 2009 (h. 21:00) – 2° appuntamento con il Ciclofficina Etnea Film Fest – Proiezione di: “LA BICI SOTTO IL VULCANO”

LA BICI SOTTO IL VULCANO (2007) di Alessandro Marinaro
Produz. 095mm – Documentario – DV/Cam – 30’ – col.

Chiunque abbia percorso qualche volta le strade che da Catania portano a Nicolosi l’avrà di certo notato.
Una
bicicletta malmessa, carica di casse e buste, e un uomo che –
stancamente ma con ostinazione – saliva lungo il ciglio della strada.
Quell’uomo era Orazio Di Grazia, ottantacinquenne catanese che ogni
giorno raggiungeva il paesino inerpicato sull’Etna con la sua fidata
bicicletta, trasportando chili su chili di frutta e ortaggi. Alessandro
Marinaro è un giovane videomaker che ha girato “La bici sotto il
vulcano”, un documentario sulla vita quotidiana di questo misterioso
personaggio. «Ho sempre desiderato raccontare la storia di quest’uomo,
sin da quand’ero bambino, quando lo vedevo spingere faticosamente la
sua bici per le strade dei paesi etnei» racconta Alessandro nelle sue
note. «Allora non riuscivo a capire le motivazioni che lo spingevano a
comportarsi così. Sapevo dentro di me che non dovevo seguire la strada
delle stupide illazioni, delle ipotesi pronunciate da chi crede di
avere la verità in bocca, ma dovevo entrare nel personaggio,
avvicinarlo, accostarmi a lui ed invitarlo a raccontarsi. Solo in quel
modo sarei riuscito a giungere a possibili soluzioni e a scoprire
quanto sia profonda la storia di questo vecchietto ingobbito ed esile,
dalla volontà d’acciaio». La storia del signor Di Grazia somiglia alla
trama di un romanzo, di quelli che lasciano un sapore agrodolce e non
possono mai più essere dimenticati. Credendolo morto in Iugoslavia,
durante la guerra, la fidanzata era stata costretta a sposare un altro
uomo. Orazio tornò sano e salvo in Sicilia, ma era troppo tardi. Per la
disperazione, la giovane si lasciò morire e lui decise che il suo cuore
non avrebbe più avuto una sostituta. Il signor Orazio è morto il 4
novembre scorso; fino a qualche giorno prima aveva scalato quella
strada che un paio di volte l’aveva visto a terra, arrotato dalle
macchine in corsa. Il regista lo descrive come «un personaggio
anacronistico, fuori dal tempo, per scelta e per costrizione, che
racconta pezzi incredibili di vita attraverso il suo volto rugoso, le
sue mani callose, la sua voce mite e saggia, il suo cuore tenero e
infaticabile». Dal documentario “La bici sotto il vulcano”, deriva il
ritratto di un uomo assolutamente straordinario, nel senso letterale
del termine, ovvero fuori dal comune, apparentemente alienato dalla
realtà, in concreto perfettamente in grado di esprimere il suo amore
per Dio, da un lato, e il suo disprezzo per la modernità, dall’altro.
Un viso antico,un’espressione d’altri tempi, di quelli che parlano
senza parlare.
Per quanti non hanno mai incrociato la propria
strada con Orazio, la descrizione migliore è quella dello stesso
Marinaro: «il suo viso è l’immagine di una meravigliosa Sicilia
contadina che si dissolve pian piano; la sua voce tutto ciò che di
indelebile si potrà rievocare».

Vi aspettiamo numerosi!
Ingresso gratuito.

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